Winnie the Pooh: Bloccato nella Casa di Rabbit

Edward Bear, conosciuto dai suoi amici come Winnie-the-Pooh, o semplicemente Pooh, un giorno stava camminando nel bosco, e soddisfatto canticchiava tra sé. Aveva inventato un motivetto proprio quella mattina, mentre faceva i suoi Esercizi di Forza davanti allo specchio: Tra-la-la, tra-la-la, mentre si allungava il più possibile, e poi Tra-la-la, tra-la—oh, aiuto!—la, mentre cercava di toccarsi le dita dei piedi. Dopo colazione lo ripeteva più volte per memorizzarlo, e ora lo stava canticchiando per intero, correttamente e suonava così: 

Tra-la-la, tra-la-la,
Tra-la-la, tra-la-la,
Bum-tum-tiddel-um-tum.
Tiddel-iddel, tiddel-iddel,
Tiddel-iddel, tiddel-iddel,
Bum-tum-tum-tiddel-um.

Beh, stava canticchiando tra sé questo motivetto, camminando allegramente, chiedendosi cosa stessero facendo gli altri e com’era essere qualcun altro, quando all’improvviso arrivò a una riva sabbiosa dove c’era un grande buco.

“Aha!” disse Pooh. (Bum-tum-tiddel-um-tum.) “Se so qualcosa di qualcosa, quel buco significa Rabbit,”disse, “e Rabbit significa Compagnia,” continuò, “e Compagnia significa Cibo e Ascoltare-Me-Cantare così: Bum-tum-tum-tiddel-um.”

Quindi si chinò, infilò la testa nel buco e chiamò:

“C’è qualcuno in casa?”

Ci fu un improvviso rumore di passi provenire dall’interno del buco, e poi silenzio. “Ho detto: ‘C’è qualcuno in casa?’” chiamò Pooh molto forte.

“No!” disse una voce; e poi aggiunse: “Non è necessario urlare così forte. Ti ho sentito bene la prima volta.”

“Accidenti!” disse Pooh. “Non c’è proprio nessuno qui?”

 “Nessuno.”

Winnie-the-Pooh tirò fuori la testa dal buco, pensò per un po’ e pensò tra sé: “Deve esserci qualcuno lì, perché qualcuno deve aver detto ‘Nessuno.’” Così mise di nuovo la testa nel buco e disse: “Ciao, Rabbit, sei proprio tu?”

“No,” disse Rabbit, questa volta in tono diverso.

 “Ma non è la voce di Rabbit?”

“Non credo,” disse Rabbit. “Non è mica quella.”

“Oh!” disse Pooh.

Tirò fuori la testa dal buco, ci pensò ancora, poi la rimise dentro e disse: “Beh, potresti gentilmente dirmi dov’è Rabbit?”

“È andato a trovare il suo amico Winnie the Pooh, che è un suo grande amico.”

“Ma sono io!” disse l’Orso, davvero sorpreso.

 “In che senso sono io?”

“L’Orso Pooh.”

“Sei sicuro?” disse Rabbit, ancora più sorpreso.

“Sì, davvero sicuro,” rispose Pooh.

“Oh, bene, allora entra.”

“Così Pooh spingeva e spingeva e spingeva per entrare nel buco, e alla fine ci riuscì.”

“Avevi proprio ragione,” disse Rabbit, guardandolo da capo a piedi. “Sei tu. Felice di vederti.”

“Chi pensavi che fossi?”

“Beh, non ne ero sicuro. Sai com’è nella Foresta. Non si può permettere a chiunque di entrare in casa propria. Bisogna stare attenti. Che ne dici mangiare un boccone?”

Pooh amava sempre mangiare qualcosa alle undici del mattino, ed era molto contento di vedere Rabbit prendere i piatti e le tazze; e quando Rabbit gli chiese: “Miele o latte condensato con il pane?” era così eccitato che rispose: “Entrambi,” ma poi, per non sembrare goloso, aggiunse: “Però, per favore, non preoccuparti del pane.” E per molto tempo dopo non disse nulla … fino a quando, canticchiando tra sé con una voce piuttosto appiccicosa, si alzò, toccò con affetto la zampa di Rabbit e disse che doveva andare.

“Devi proprio?” disse Rabbit con gentilezza.

“Beh,” disse Pooh, “potrei restare ancora un po’ se… se tu…” e tentò con molta attenzione di guardare verso la dispensa.

“In realtà,” disse Rabbit, “anche io stavo stavo per uscire.”

“Oh, beh, allora vado avanti io. Ciao.”

“Beh, ti saluto, se sei sicuro di non volerne più.”

“Ce n’è ancora?” chiese Pooh in fretta.

Rabbit tolse i coperchi dai piatti e disse: “No, non c’era nulla.”

“Lo pensavo,” rispose Pooh, annuendo tra sé. “Beh, arrivederci. Devo andare.”

Così iniziò a risalire dal buco. Tirava con le zampe anteriori e spingeva con quelle posteriori, e dopo un po’ il suo muso era di nuovo all’aria aperta… e poi le sue orecchie… e  le sue zampe anteriori… e  le sue spalle… e poi—— “Oh, aiuto!” disse Pooh. “È meglio che torni indietro.”

“Oh, accidenti!” disse Pooh. “Dovrò andare avanti.”

 “Non riesco a fare nessuna delle due cose!” disse Pooh. “Oh, aiuto e accidenti!”

A quel punto, anche Rabbit voleva uscire per fare una passeggiata e, trovando la porta d’ingresso occupata, uscì dalla porta sul retro, si avvicinò a Pooh e lo guardò.

“Ciao, sei bloccato?” chiese.

“N-no,” rispose distrattamente Pooh. “Sto solo riposando, pensando e canticchiando tra me.”

“Ecco, dammi una zampa.”

L’Orso Pooh allungò una zampa, e Rabbit tirò e tirò e tirò…. “Ahi!” gridò Pooh. “Mi fai male!”

“Il fatto è,” disse Rabbit, “che sei bloccato.”

“Tutto questo,” disse Pooh irritato, “è perché le porte d’ingresso non sono abbastanza grandi.”

“Tutto questo,” disse Rabbit  in tono deciso, “è per aver mangiato troppo. Lo pensavo in quel momento,” disse Rabbit, “solo che non volevo dire,” continuò, “che uno di noi stava mangiando troppo,” disse, “e sapevo che non ero io,” continuò. “Beh, allora, andrò a cercare Christopher Robin.” 

Christopher Robin viveva dall’altro capo della Foresta e, quando tornò con Rabbit e vide la metà anteriore di Pooh, disse: “Vecchio orso sciocco,” con una voce così affettuosa che tutti si sentirono di nuovo fiduciosi.

“Stavo giusto pensando,” disse l’Orso annusando un po’, “che Rabbit non riuscirebbe mai più a usare la sua porta d’ingresso. E  questo mi dispiacerebbe molto,” disse.

“Anche a me,” rispose Rabbit.

“Usare di nuovo la sua porta d’ingresso?” disse Christopher Robin. “Certo che la userà di nuovo.”

“Bene,” disse Rabbit.

“Se non riusciamo a tirarti fuori, Pooh, forse ti spingeremo indietro.”

Rabbit si grattò i baffi pensieroso e fece notare che, se Pooh fosse stato spinto indietro, sarebbe stato di nuovo lì, e naturalmente nessuno era più contento di lui di vedere Pooh, eppure era così, alcuni vivevano sugli alberi e altri vivevano sottoterra, e——

“Vuoi dire che non uscirei mai?” disse Pooh.

“Intendo dire,” disse Rabbit, “che, arrivati a questo punto, sarebbe un peccato buttar via tutto.”

Christopher Robin annuì.

“Allora c’è solo una cosa da fare,” disse. “Dovremo aspettare che tu dimagrisca di nuovo.”

“Quanto ci vuole dimagrire?” chiese Pooh in ansia.

“Circa una settimana, direi.”

“Ma non posso stare qui per una settimana!”

“Puoi restare qui senza problemi, vecchio Orso sciocco. È farti uscire che è così difficile.”

“Leggeremo per te,” disse Rabbit con allegria. “E spero che non nevichi,” aggiunse. “E allora, vecchio amico, stai occupando abbastanza spazio nella mia casa—ti dispiace se uso le tue zampe posteriori come porta-asciugamani? Perché, voglio dire, sono lì—non fanno niente—e sarebbe molto comodo appenderci sopra gli asciugamani.”

 “Una settimana!” disse Pooh sconsolato. “E i pasti?”

“Purtroppo niente pasti,” disse Christopher Robin, “per dimagrire più velocemente. Ma leggeremo per te.”

L’Orso cominciò a sospirare, ma poi si rese conto che non ci riusciva perché era così incastrato; e una lacrima scese dal suo occhio, mentre diceva:

“Allora, leggeresti un libro che dia conforto, come uno che possa aiutare e consolare un Orso Incastrato in Grande Difficoltà?”

Quindi, per una settimana, Christopher Robin leggeva quel tipo di libro al lato nord di Pooh, mentre Rabbit stendeva il suo bucato al lato sud… e nel frattempo l’Orso diventava sempre più magro. Così alla fine della settimana Christopher Robin disse: “Adesso!”

Quindi afferrò le zampe anteriori di Pooh e Rabbit afferrò Christopher Robin, e tutti gli amici e parenti di Rabbit lo afferrarono, e tutti insieme tiravano…

E per molto tempo Pooh disse solo “Ahi!” …

E “Oh!” …

E poi, all’improvviso, disse: “Pop!” proprio come se un tappo uscisse da una bottiglia.

E Christopher Robin e Rabbit e tutti gli amici e parenti di Rabbit rotolarono all’indietro… e sopra di loro arrivò Winnie-the-Pooh—libero!

Allora, dopo un gesto di gratitudine verso i suoi amici, Pooh proseguì la sua passeggiata nella foresta, canticchiando soddisfatto tra sé. Ma, Christopher Robin lo guardò affettuosamente e disse: “Stupido vecchio Orso!”


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